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orlando innamorato |
[St. 51-54] |
Al re dicendo: Or non sai che al scemare
Che fa la luna, il perde lo intelletto?
Io credea che ’l dovesti ramentare,
Perchè poco davante io l’avea detto.
Alora Astolfo cominciò a cridare:
Ahi renegato cane e maledetto!
Un calcio ti darò di tal possanza,
Che restarà la scarpa ne la panza.
Diceva il re: Tenitelo ben stretto,
Però che ’l mal li cresce tutta via.
Ora ad Astolfo pur crebbe il dispetto,
E fu salito in tanta bizaria,
Che minacciava a roïnar il tetto,
E tutta disertar la Pagania,
E cinquecento miglia intorno intorno
Menare a foco e a fiamma in un sol giorno.
Comandò il re che via fosse condutto;
Ma quando lui se vidde indi menare
Et esser reputato paccio al tutto,
Cominciò pianamente a ragionare.
Dapoi che non aveva altro redutto,
Con voce bassa il re prese a pregare
Che ancor non fusse de quindi menato,
E mostrarebbe a lui che era ingannato;
Però che, se mandava alla pregione,
E facesse Ranaldo qua venire,
O veramente il giovane Dudone,
Da lor la verità potrebbe odire;
E che lui volea stare al parangone,
E se mentisse, voleva morire,
Et esser strascinato a suo comando,
Chè questo è Brandimarte, e non Orlando.