[St. 31-34] |
libro ii. canto xii |
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Sapean già il patto com’era fermato,1
Che al termine de un mese die’ tornare;
Onde, avendo da lui preso combiato,
Con una nave si pose per mare.
In pochi giorni a terra fu portato,
Poi per la ripa prese a caminare,
Dietro a l’arena, per la strata piana,
Tanto che gionse al loco di Morgana.
Quel che là fece, contarò da poi,
Se la istoria ascoltati tutta quanta:
Ora ritorno a Manodante e’ soi.
Chi mena zoia, chi suona e chi canta;2
Chi promette a Macon pecore e boi,
Chi darli incenso e chi argento si vanta,
Se gli concede di veder quel giorno
Che Zilïante a lor faccia ritorno.
Nome avea il giovanetto Zilïante,
Come di sopra in molti lochi ho detto.
A quelle feste che io dico cotante,
Ne la cità per zoia e per diletto
Accese eran le torre tutte quante
De luminari; e su per ciascun tetto
Suonavan trombe e corni e tamburini,
Come il mondo arda e tutto il cel ruini.
Era là preso Astolfo del re Otone
Con altri assai, sì come aveti odito,
E benchè fosse al fondo de un torione,3
Pur quello alto rumore avea sentito,
E de ciò dimandando la cagione
A quel che per guardarli è stabilito,
Colui rispose: Io vi so dir palese
Che indi uscirete in termine de un mese.
- ↑ P. Già sapea.
- ↑ Ml., Mr. e P. mena — Ml. e chi nona
- ↑ Ml. e Mr, torione.