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[St. 31-34] libro ii. canto xii 205

         Sapean già il patto com’era fermato,1
     Che al termine de un mese die’ tornare;
     Onde, avendo da lui preso combiato,
     Con una nave si pose per mare.
     In pochi giorni a terra fu portato,
     Poi per la ripa prese a caminare,
     Dietro a l’arena, per la strata piana,
     Tanto che gionse al loco di Morgana.

         Quel che là fece, contarò da poi,
     Se la istoria ascoltati tutta quanta:
     Ora ritorno a Manodante e’ soi.
     Chi mena zoia, chi suona e chi canta;2
     Chi promette a Macon pecore e boi,
     Chi darli incenso e chi argento si vanta,
     Se gli concede di veder quel giorno
     Che Zilïante a lor faccia ritorno.

         Nome avea il giovanetto Zilïante,
     Come di sopra in molti lochi ho detto.
     A quelle feste che io dico cotante,
     Ne la cità per zoia e per diletto
     Accese eran le torre tutte quante
     De luminari; e su per ciascun tetto
     Suonavan trombe e corni e tamburini,
     Come il mondo arda e tutto il cel ruini.

         Era là preso Astolfo del re Otone
     Con altri assai, sì come aveti odito,
     E benchè fosse al fondo de un torione,3
     Pur quello alto rumore avea sentito,
     E de ciò dimandando la cagione
     A quel che per guardarli è stabilito,
     Colui rispose: Io vi so dir palese
     Che indi uscirete in termine de un mese.

  1. P. Già sapea.
  2. Ml., Mr. e P. mena — Ml. e chi nona
  3. Ml. e Mr, torione.