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[St. 23-26] libro ii. canto xii 203

23 Ma la natura mi strenge sì forte
     E la compassïon de un mio figliolo,
     Che, a dirti presto con parole corte,
     A te per lui convien portar il dôlo.
     Crudel destino e la malvaggia sorte
     De duo mi avea lasciato questo solo;
     Dece ed otto anni ha di ponto il garzone:
     Morgana entro ad un lago l’ha pregione.

24 Questa Morgana è fata del Tesoro;
     E perchè par che già tu dispregiasti
     Non so che cervo che ha le corne d’oro,
     E sue aventure e soi incanti li hai guasti,
     (Ti debbi ramentar questo lavoro,
     Onde ogni breve dir credo che basti),
     Per questo te persegue in ogni banda,
     E sol de averti a ciascadun dimanda.

25 Onde per fare il cambio di mio figlio
     In questa notte ti feci pigliare,
     E per trare esso di cotal periglio
     A quella fata ti voglio mandare;
     A benchè di vergogna io sia vermiglio,
     Pensando ch’io te fo mal capitare,
     Sapendo che tu merti onore e pregio;
     Ma altro rimedio al suo scampo non vegio. -

26 Tenendo il re chinato a terra il viso
     Fece fine al suo dir, quasi piangendo.
     Rispose Brandimarte: - Ogni tuo aviso
     Sempre servire ed obedire intendo,
     Se mille miglia ancor fossi diviso
     Da questo regno; or tuo pregione essendo,
     Disponi a tuo volere ed a tuo modo,
     Ch’io vo’ di te lodarme ed or mi lodo.

2. P. A la. — 8. P. accorte. — 12. MI. venture - MI. omm. li. —

21. P. Come che.