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[St. 31-34] libro ii. canto i 11

         Intrarno e re la gran sala mirando,
     Ciascun per meraviglia venìa meno;1
     Genti legiadre e donzelle danzando
     Aveano il catafalco tutto pieno.
     Trombe, tamburi e piffari sonando,
     Di romor dolce empian l’aer sereno:
     Sopra costoro ad alto tribunale
     Stava Agramante in abito reale.

         Ad esso fier’quei re gran riverenzia,
     Tutti chinando alla terra la faccia;
     Lui gli racolse con lieta presenzia,
     E ciascadun di lor baciando abraccia.2
     Poi fece a l’altra gente dar licenzia.
     Incontinente la sala se spaccia:
     Restarno i re con tutti e’ consiglieri,
     Duci e marchesi e conti e cavallieri.

         Di qua di là da l’alto tribunale,
     Trentadue sedie d’ôr sono ordinate;
     Poi l’altre son più basse e diseguale,
     Pur vi sta gente di gran dignitate.
     Là più si parla, chi bene e chi male,
     Secondo che ciascuno ha qualitate;
     Ma, come odirno il suo segnor audace,
     Subitamente per tutto si tace.

         Lui cominciò: Segnor, che qui adunati3
     Seti venuti al mio comandamento,
     Quanto cognosco più che voi me amati,
     Come io comprendo per esperimento,
     Più debbo amarvi et avervi onorati;
     E certamente tutto il mio talento
     È sempre mai d’amarvi, e il mio disio
     Che ’l vostro onor se exalti insieme e il mio.

  1. Mr. meraveglia.
  2. T. e Ml. ciascadun.
  3. T., Ml. e Mr. ivi ad.