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orlando innamorato |
[St. 47-50] |
Però che per duo figli il re meschino
È stato e stanne ancora in gran dolore;
Il primo fu involato piccolino1
Da un suo schiavo malvaggio e traditore.
Io viddi il schiavo, e nomase Bardino,2
Picchiato in faccia e rosso di colore,
Coi denti radi e col naso schiazato:
Portò il fanciullo, e mai non è tornato.
A l’altro giovanetto ene incontrata,
Come odireti, una sventura strana,
Perchè pregione è fatto de una fata.
Non scio se odesti mai nomar Morgana;
Quella del giovanetto è inamorata,
Quale ha beltate angelica e soprana,
Per ciò l’ha chiuso in un loco profondo:
Di fuor per forza nol trarebbe il mondo.
Ma lei fatto have al re promissïone
Lasciare il giovanetto salvo e sano,
Se un cavallier gli può donar pregione,
Che Orlando è nominato, il Cristïano;
Però che un’opra de incantazione,
Fabricata in un corno troppo istrano,
Che serebbe a contar molta lunghezza,
Disfece il cavallier per sua prodezza.
Onde lo vol pregione a ogni partito
La fata, e ben lo avrà, s’io non me inganno;
Ma, perchè egli è feroce e tanto ardito,
Se avrebbe nel pigliarlo molto affanno;
Per ciò quel Balisardo che è perito3
(Così se n’abbi in sua malora il danno),
Presente il nostro re se dètte il vanto
De dargli Orlando preso per incanto.
- ↑ T. e Ml. imbolato.
- ↑ P. Vidi io lo schiavo e nomossi.
- ↑ Ml. partito.