Pagina:Boiardo - Orlando innamorato II.djvu/203

[St. 43-46] libro ii. canto xi 193

         Tutta la gente misera e diserta
     Fu dissipata, come io vi ho contato,
     E non rimase sopra la coperta
     Se non il conte, che era incatenato,
     E Balisardo, concio come il merta,1
     E Brandimarte, che era già montato
     Sopra la poppa, e là trovò il parone,
     Che avante a lui se pose ingenocchione,

         Misericordia sempre dimandando,
     Et acquistò perdono umanamente;
     E tornò Brandimarte al conte Orlando
     E tutto il dislegò subitamente.
     Poi col parone entrambi ragionando,
     E fatta ritornar quella altra gente,
     De ciò che è fatto, non se dànno affanno:
     Quei che son morti, lor se ne hanno il danno.

         E poi che insieme fôr pacificati,
     Come io ho detto, incominciò il parone:2
     Segnori, io so che ve meravigliati,
     Chè da meravigliare è ben ragione,
     De questo loco ove seti arivati,
     Quando per forza de incantazïone,
     Se facea Balisardo trasformare,
     Ch’è quivi occiso, e gettarenlo in mare.3

         Perchè intendiati il fatto meglio avante,
     Il tutto vi farò palese e piano.
     Un vecchio re, nomato Manodante,
     A Damogir se sta, ne l’occeano,
     Ove adunate ha già ricchezze tante,
     Che stimar nol potria lo ingegno umano;
     Ma la Fortuna in tutto a compimento
     Nè lui nè altrui giamai fece contento.

  1. P. omm. il.
  2. P. v’ho.
  3. T. e Mr. omm. è; P. è quivi.