Pagina:Boiardo - Orlando innamorato II.djvu/186

176 orlando innamorato [St. 39-42]

         Mostrò il gigante in forma de Dudone
     Forte adirarse per queste parole,
     Onde rispose: Paccio da bastone!
     Chè sempre alla tua vita fusti un fole,
     E stimi esser tenuto un campïone
     Con questo tuo zanzare; altro ci vole
     Che per se stesso tenersi valente
     Stimando gli altri poco e da nïente.

         Or vanne tu, ch’io non voglio venire,
     E varca il fiume, poi che sai natare.
     Ranaldo, non curando del suo dire,
     Subitamente il ponte ebbe a passare.
     Lasciollo Balisardo alquanto gire,1
     Mostrando a quella porta riposare;
     Poi di nascoso il falso malandrino
     Per darli morte prese il mal camino.

         Per l’altra strata lui gionse improviso,
     E ferì del bastone ad ambe mano;
     Nè già se gli mostrò davanti al viso,
     Anci alle spalle il perfido pagano,2
     E ben credette de averlo conquiso,
     E roïnarlo a quel sol colpo al piano;
     Ma lui, che avea possanza smisurata,
     Non andò a terra per quella mazzata.

         Anci se volse, e con voce cortese
     Dicea: Fanciullo, ora che credi fare?
     Se io non guardassi al tuo padre Danese,
     Sotto la terra ti farebbi entrare.
     Vanne in malora e cerca altro paese!
     Così dicendo s’ebbe a rivoltare,
     Ma nel voltarsi il saracin fellone
     Sopra la coppa il gionse del bastone.

  1. Ml. e Mr. Lassalo.
  2. P. villano.