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[St. 27-30] libro ii. canto x 173

         Fatto avea il capo de porco salvatico
     Costui, che in ogni forma sapea vivere,
     E non serìa poeta, nè grammatico
     Che lo sapesse a ponto ben descrivere.
     Ora, ben che de ciò poco sia pratico,
     Dal muso al piè convien che tutto il livere:
     Poi che io cominciai sua forma a dire,
     Come era fatto vi voglio seguire.

         Lunghi duo palmi avea ciascadun dente
     E gli occhi accesi de una luce rossa,
     Piloso il busto e d’orso veramente,
     Con le zampe adongiate e di gran possa;1
     La coda ritenuta ha di serpente,
     Sei braccia lunga et a bastanza grossa;
     L’ale avea grande e la testa cornuta:
     Più strana bestia mai non fu veduta.

         Venne mugiando adosso al giovanetto,2
     Nè lui per tema le spalle rivolse,
     Ma ben coperse sotto il scudo il petto,
     E prestamente in man sua mazza tolse.
     Or gionse il negromante maledetto,
     E con le corne a mezo il scudo acolse;3
     Tutto il fraccassa, e rompe usbergo e piastre,
     E lui disteso abatte in su le lastre.

         Subitamente si fu rilevato,
     Sì come cadde il giovanetto franco;
     Ma quel malvagio che era tramutato,
     Per lo traverso lo ferì nel fianco.4
     Con uno dente il gionse nel costato,5
     Sì che gli fece il fiato venir manco;
     Il fiato venne manco e crebbe l’ira:
     Alcia la mazza ad ambe mane e tira.

  1. T. e Mr. Co le; Ml. omm. le.
  2. Ml., T. e P. Venne.
  3. P. corne ne lo scude il colse.
  4. P. Tutto lo spezza e rompe maglie.
  5. P. E con un.