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164 orlando innamorato [St. 55-58]

         Così dicendo li mostrava a dito
     Una gran gente che del ponte usciva.
     Alcun de’ nostri non fo sbigotito;
     La gente armata sopra al piano ariva.
     Ranaldo è avanti, il cavalliero ardito,
     E ben ciascun de gli altri lo seguiva;
     Con le spade impugnate e’ scudi in braccio,
     Ben se apprestarno uscir de tal impaccio.

         Era tra quella gente un bel vecchione,
     Che a tutti gli altri ne venìa davante,
     Senza arme in dosso, sopra a un gran ronzone.
     Costui con voce queta e bon sembiante
     Disse: Sappiati voi, gentil persone,
     Che questa è terra del re Manodante,
     Ove ora entrasti, e non potresti uscire
     Se non volesti un giorno a lui servire.

         E quel servigio è di cotal manera
     Quale io vi contarò, se me ascoltati.
     Ove discende al mar questa rivera1
     Son duo castelli a un ponte edificati;2
     Ivi dimora una persona fiera,
     Che molti cavallieri ha dissipati:
     Balisardo se appella quel gigante,
     Malvaggio, incantatore e negromante.

         Re Manodante lo voria pregione,
     Perchè al suo regno ha fatto assai dannaggio,
     Et ha ordinato che ciascun barone
     Che varca al passo di quel bel rivaggio,
     Promette stare un giorno al parangone,
     Sin che sia preso o prenda quel malvaggio;
     Onde anco a voi là giuso convien gire,
     O in questo prato di fame morire.

  1. Ml. e Mr. Onde.
  2. T. edifficati.