[St. 15-18] |
libro ii. canto i |
7 |
Del re Troiano rimase un citello,
Sette anni avea quando fu il patre occiso:
Di persona fu grande e molto bello,
Ma di terribil guardo e crudel viso.
Costui fu de’ Cristian proprio un flagello,
Sì come in questo libro io ve diviso.
State, segnori, ad ascoltarme un poco,
E vederiti il mondo in fiamma e in foco.1
Vinti duo anni il giovanetto altiero
Ha già passati, et ha nome Agramante,
Nè in Africa si trova cavalliero
Che ardisca di guardarlo nel sembiante,
Fuor che un altro garzone, ancor più fiero,
Che vinti piedi è dal capo alle piante,
Di summo ardire e di possanza pieno;
Questo fu figlio del forte Ulïeno.2
Ulïeno di Sarza, il fier gigante,3
Fu patre a quel guerrier di cui ragiono,
Qual fu tanto feroce et arrogante,
Che pose tutta Francia in abandono;
E dove il sol si pone e da levante,4
De l’alto suo valor odise il suono.
Or vo’ contarvi, gente pellegrine,
Tutta la cosa dal principio al fine.
Fece Agramante a consiglio chiamare
Trentaduo re, che egli ha in obidïenzia;
In quattro mesi gli fie’ radunare,
E fuor’ tutti davanti a sua presenzia.
Chi vi gionse per terra e chi per mare:
Non fu veduta mai tanta potenzia;
Trentadue teste, tutte coronate,
Biserta entrarno, in quella gran citate.
- ↑ Mr. omm. I.
- ↑ Ml. e Mr. figliol; P. figliuol.
- ↑ T., Ml. e Mr. Sargha.
- ↑ Mr. Dove il sol; P. Dove il sole.