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orlando innamorato |
[St. 35-38] |
Fôr questi presi sopra la rivera,
Sì come già davanti io vi contai,
E Brandimarte ancora con questi era,
Et altri cavallieri e dame assai,
Ch’eran più de settanta in una schiera,
Che non avean speranza uscir giamai
Di quello incanto orribile e diverso,
Ma ciascadun si tiene al tutto perso.
E sappiati che il franco Brandimarte1
Non fu per forza, come gli altri, preso;
Ma Morgana la fata con mala arte
L’avea d’amor con falsa vista acceso;
E seguendola lui per molte parte,2
Non fu da alcun giamai con arme offeso,
Ma con carezze e con viso iocondo
Fu trabuccato a quel dolente fondo.
Or, come io dissi, il bon conte di Brava
Giù nella tomba alla sinistra mano
Per una scala di marmo callava
Più de un gran miglio, e poi gionse nel piano;
E col carbone avanti alluminava,
Perchè altramente serìa gito invano,
Chè quel camino è sì malvaggio e torto,
Che mille fiate errando serìa morto.
Poi che fu gionto in su la terra piana
Il conte, che a quel lume si governa,
Parbe vedere a lui molto lontana
Una fissura in capo alla caverna;
E, caminando per la strata strana,
A poco a poco pur par che discerna,
Che quella era una porta al fin del sasso,3
Qual dava uscita al tenebroso passo.
- ↑ P. Sappiate voi che.
- ↑ P. seguen. quel per ogni.
- ↑ T. e Ml. fin dal.