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142 orlando innamorato [St. 35-38]

         Fôr questi presi sopra la rivera,
     Sì come già davanti io vi contai,
     E Brandimarte ancora con questi era,
     Et altri cavallieri e dame assai,
     Ch’eran più de settanta in una schiera,
     Che non avean speranza uscir giamai
     Di quello incanto orribile e diverso,
     Ma ciascadun si tiene al tutto perso.

         E sappiati che il franco Brandimarte1
     Non fu per forza, come gli altri, preso;
     Ma Morgana la fata con mala arte
     L’avea d’amor con falsa vista acceso;
     E seguendola lui per molte parte,2
     Non fu da alcun giamai con arme offeso,
     Ma con carezze e con viso iocondo
     Fu trabuccato a quel dolente fondo.

         Or, come io dissi, il bon conte di Brava
     Giù nella tomba alla sinistra mano
     Per una scala di marmo callava
     Più de un gran miglio, e poi gionse nel piano;
     E col carbone avanti alluminava,
     Perchè altramente serìa gito invano,
     Chè quel camino è sì malvaggio e torto,
     Che mille fiate errando serìa morto.

         Poi che fu gionto in su la terra piana
     Il conte, che a quel lume si governa,
     Parbe vedere a lui molto lontana
     Una fissura in capo alla caverna;
     E, caminando per la strata strana,
     A poco a poco pur par che discerna,
     Che quella era una porta al fin del sasso,3
     Qual dava uscita al tenebroso passo.

  1. P. Sappiate voi che.
  2. P. seguen. quel per ogni.
  3. T. e Ml. fin dal.