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orlando innamorato |
[St. 3-6] |
Qual per amor de Angelica la bella
Fece prodezze e meraviglie tante,
Che ’l mondo sol di lui canta e favella.
E pur mo vi narrai poco davante
Come abracciato alla battaglia fella
Con Aridano, il perfido gigante,
Cadde in quel lago nel profondo seno;
Ora ascoltati il fatto tutto a pieno.
Cadendo della ripa a gran fraccasso
Callarno entrambi per quella acqua scura,1
Dico Aridano e lui tutti in un fasso.
Già giuso erano un miglio per misura,
E, roïnando tutta fiata a basso,
Cominciò l’acqua a farsi chiara e pura,
E cominciarno di vedersi intorno:
Un altro sol trovarno e un altro giorno.2
Come nasciuto fosse un novo mondo,
Se ritrovarno al sciutto in mezo a un prato,
E sopra sè vedean del lago il fondo,
Il qual, dal sol di suso aluminato,
Facea parere il luogo più iocondo;
Et era poi d’intorno circondato
Quel loco d’una grotta marmorina
Tutta di pietra relucente e fina.
Era la bella grotta a piede al monte:
Tre miglia circondava questo spaccio.
Ora torniamo a ragionar del conte,
Ch’è qui caduto col gigante in braccio,3
Seco sempre ristretto a fronte a fronte,4
E ben se aiuta per uscir de impaccio,
Ma pur se sbatte e se dimena invano:
Sei tanto è più de lui forte Aridano.
- ↑ P. Scesero entr. per quell’onda.
- ↑ T. e Ml. E un.
- ↑ Ml. I; Mr. Che quivi; P. I.
- ↑ P. I.