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134 orlando innamorato [St. 3-6]

         Qual per amor de Angelica la bella
     Fece prodezze e meraviglie tante,
     Che ’l mondo sol di lui canta e favella.
     E pur mo vi narrai poco davante
     Come abracciato alla battaglia fella
     Con Aridano, il perfido gigante,
     Cadde in quel lago nel profondo seno;
     Ora ascoltati il fatto tutto a pieno.

         Cadendo della ripa a gran fraccasso
     Callarno entrambi per quella acqua scura,1
     Dico Aridano e lui tutti in un fasso.
     Già giuso erano un miglio per misura,
     E, roïnando tutta fiata a basso,
     Cominciò l’acqua a farsi chiara e pura,
     E cominciarno di vedersi intorno:
     Un altro sol trovarno e un altro giorno.2

         Come nasciuto fosse un novo mondo,
     Se ritrovarno al sciutto in mezo a un prato,
     E sopra sè vedean del lago il fondo,
     Il qual, dal sol di suso aluminato,
     Facea parere il luogo più iocondo;
     Et era poi d’intorno circondato
     Quel loco d’una grotta marmorina
     Tutta di pietra relucente e fina.

         Era la bella grotta a piede al monte:
     Tre miglia circondava questo spaccio.
     Ora torniamo a ragionar del conte,
     Ch’è qui caduto col gigante in braccio,3
     Seco sempre ristretto a fronte a fronte,4
     E ben se aiuta per uscir de impaccio,
     Ma pur se sbatte e se dimena invano:
     Sei tanto è più de lui forte Aridano.

  1. P. Scesero entr. per quell’onda.
  2. T. e Ml. E un.
  3. Ml. I; Mr. Che quivi; P. I.
  4. P. I.