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orlando innamorato |
[St. 31-34] |
Questa battaglia tanto sterminata
Tutta per ponto vi verrò contando,
Ma più non ne vo’ dire in questa fiata,
Perchè tornar conviene al conte Orlando,
Quale era gionto al fiume della fata,
Sì come io vi lasciai alora quando
Con Falerina se pose a camino,
Poi che disfatto fu quel bel giardino:
Quel bel giardino ove era guardïano
Il drago, il toro e l’asinello armato,
E quel gigante, che era ucciso in vano
Come di sopra vi fu racontato.
Tutto il disfece il senator romano,
Benchè per arte fosse fabricato,
Et alla dama poi dètte perdono,
Per trar dal ponte quei che presi sono:
Quei cavallier, che presi erano al ponte
Dal vecchio ingannator, come io contai.
Quivi n’andava drittamente il conte,
Per trar cotanta gente di tal guai,
Via caminando per piani e per monte;1
Con seco è Falerina sempre mai,
A piede, come lui, nè più, nè meno,
Chè non avean destrier, nè palafreno.
Perduto aveva il conte Brigliadoro,
Come sapiti, e insieme Durindana;
Or, così andando a piè ciascun de loro,
Gionsero un giorno sopra alla fiumana,
Ove la falsa Fata del Tesoro
Avea ordinata quella cosa strana,
Più strana e più crudel che avesse il mondo,
Perchè il fior de’ baroni andasse al fondo.