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[St. 11-14] libro ii. canto vii 119

         Rimase, com’io dico, Brandimante
     Col destrier morto adosso in su l’arena
     Tra quelle genti occise, che eran tante,
     Che più morta che viva era con pena.
     E Rodamonte, busto de gigante,1
     Col brando tutto il resto a morte mena;
     Sempre alla folta in mezzo è il gran pagano,
     E manda pezzi da ogni banda al piano.

         Pezzi de omini armati e de destrieri
     Da ciascun canto in su la terra manda:
     Contarvi e’ colpi non vi fa mestieri,
     Nè quanto sangue per terra si spanda.
     Vanno a fraccasso e nostri cavallieri,
     Ciascun fuggendo a Dio si racomanda,
     Et a dir presto e ben la cosa intera,
     Tutta a roina è già la prima schiera.

         E gionto è quel pagano alla seconda,
     E rinovata è qui l’aspra battaglia,
     Chè gente sopra a gente più ve abonda,
     E fatto ha intorno al saracin serraglia;
     Ma lui col brando tutti li profonda,
     E men gli stima che un covon de paglia.
     Il duca Naimo, che ogni cosa vede,
     Per la gran doglia di morir se crede.

         — Segnor del cel, dicea, se alcun peccato
     Contra de noi la tua iustizia inchina,
     Non dar l’onore a questo rinegato,
     Che così strazia tua gente meschina!
     Questo dicendo, un messo ebbe mandato,
     Che racontasse a Carlo la roina
     Che era incontrata, e dimandasse aiuto,
     Benchè se tenga ormai morto e perduto,

  1. T. Radamonte.