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[St. 3-6] libro ii. canto vii 117

         Tutte le schiere, come io ve ho contato,
     Giù della costa son callate al basso;
     Da l’altra parte Rodamonte armato
     Ha fesa la battaglia a gran fraccasso.1
     La nostra gente come erba di prato
     Taglia a traverso e manda morta al basso;
     Pedoni e cavallier, debili e forti
     L’un sopra a l’altro van spezzati e morti.

         Sempre ferendo va quello africante2
     Dritti e roversi, e cridando minaccia;
     Egli ha i nemici di dietro e davante,
     Ma lui col brando se fa ben far piaccia.
     Ecco gionta alla zuffa Bradamante,3
     Quella donzella ch’è di bona raccia;
     Come fùlgor del cielo, o ver saetta,
     Ver Rodamonte la sua lancia assetta.

         Dal lato manco il gionse nel traverso
     E passò il scudo questa dama ardita,
     E quasi a terra lo mandò riverso,
     Benchè non fece a quel colpo ferita;
     Chè ’l saracin, che fu tanto diverso,
     Et avea forza incredibile e infinita,
     Portava sempre alla battaglia indosso
     Un cor di serpe, mezo palmo grosso.

         Ma non di manco pur fo per cadere,
     Come io ve dissi, per quella incontrata,
     Quando la dama che ha tanto potere
     Lo ferì al fianco con lancia arrestata;4
     Tutta la gente che l’ebbe a vedere,
     Levò gran crido e voce smisurata;
     Nè già per questo al pagan se avicina,
     Ma sol cridando aiuta la fantina.

  1. P. fessa.
  2. Ml. questo.
  3. Ml. Bradiamonte; Mr. Brandiamante.
  4. Ml. e Mr. nel fianco con la; P. Gli pose al fianco la.