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orlando innamorato |
[St. 59-62] |
Trombe e tamburi a un tratto e cridi altieri
Oditi fôrno intorno ad ogni lato;
Re Desiderio e’ soi bon cavallieri
Mena a roina il popol rinegato;
A benchè e’ Saracin eran sì fieri
Per la prodezza del suo re appregiato,
Che, ancor che fusser de’ Lombardi meno,
Perdiano a palmo a palmo il suo terreno.
Ma in questo loco è la battaglia zanza,
Dico a rispetto de l’altra vicina,
Dove contra ai baron che eran di Franza,
Combatte Rodamonte a gran roina.1
Costui ben certo di prodezza avanza
Quanta fôr mai di gente saracina;
In guerra non fu mai tanto fraccasso,
Però contar lo voglio a passo a passo.
Il duca Naimo, che è saggio e prudente,
Come vede e’ nemici alla pianura,
Fermò sopra del monte la sua gente,
E divisela in terzo per misura.
La schiera che venìa primeramente,
Fu Bradiamante, ch’è senza paura;
La figliola de Amon, quella rubesta,
Venìa spronando con la lancia a resta.
E seco al paro il conte de Lorena,
Ciò fu Ansuardo, de battaglia experto,
Che giù callando gran tempesta mena,
E ’l conte de Asti, quel franco Roberto.
Questa è la prima schiera, che è ben piena:
Sedeci millia e più son per il certo;
Poi mosse la seconda con gran crido,
Sotto il duca Americo e il duca Guido.
- ↑ Ml. e Mr. Rodam. con gran; P. Rod. con roina.