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[St. 55-58] libro ii. canto vi 113

         Con tante lancie e con tante bandiere
     Che una selva de abeti se mostrava;
     Tutta coperta di piastre e lamiere
     La bella gente il poggio alluminava.
     Cridando Rodamonte in voce altiere
     Chiama sua gente e l’armi dimandava,
     E in un momento fu tutto guarnito
     Di piastra e maglia il giovanetto ardito.

         Fuor salta a piedi, e non avea destriero,1
     Chè per fortuna l’ha perso nel mare.
     Or se leva a sue spalle il crido fiero
     Per l’altra gente che nel poggio appare,
     Io dico Naimo, Ottone e Belengiero,
     Che d’altra parte vengono arivare,2
     Roberto de Asti e ’l conte di Lorena
     Con Bradamante, che la schiera mena.

         Avanti a gli altri vien quella donzella,
     E bene al suo german tutta assomiglia;
     Proprio assembra Ranaldo in su la sella,
     E di bellezza è piena a meraviglia.3
     Costei mena la schiera a gran flagella;
     Ma Rodamonte, levando le ciglia,
     Gionta la gente vede in ogni lato,
     Che quasi intorno l’ha chiuso e serrato.

         A’ suoi rivolto con la faccia oscura,
     Disse: Prendeti qual schiera vi piace,
     O questa o quella, ch’io non ne do cura;
     L’altra soletto, per lo Dio verace,
     Voglio mandare in pezzi alla pianura.
     Così parlava quel giovane audace,
     Ma la sua gente, che ha per lui gran core,
     Verso e Lombardi è mossa con furore.

  1. T. o Ml. piede.
  2. P. vengono a.
  3. T. e Ml. bellezze; P. baldezza.