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orlando innamorato |
[St. 11-14] |
Così de Algeri uscì del porto fuore
Il gran naviglio con le vele a l’orza;
Maestro alor del mare era segnore,
Ma Greco a poco a poco se rinforza;
In ciascaduna nave è gran romore,
Chè in un momento convien che si torza:
Ma Tramontana e Libezzo ad un tratto
Urtarno il mare insieme a rio baratto.
Allor se cominciarno e’ cridi a odire,
E l’orribil stridor delle ritorte;
Il mar cominciò negro ad apparire,
E lui e il celo avean color di morte;1
Grandine e pioggia comincia a venire,
Or questo vento or quel si fa più forte;
Qua par che l’unda al cel vada di sopra,
Là che la terra al fondo se discopra.2
Eran quei legni di gran gente pieni,
De vittuaglia, de arme e de destrieri,
Sì che al tranquillo e ne’ tempi sereni
Di bon governo avean molto mestieri;
Or non vi è luce, fuor che di baleni,
Nè se ode altro che troni e venti fieri,
E la nave è percossa in ogni banda:
Nullo è obedito, e ciascadun comanda.
Sol Rodamonte non è sbigotito,
Ma sempre de aiutarse si procaccia;
Ad ogni estremo caso egli è più ardito,
Ora tira le corde, or le dislaccia;
A gran voce comanda et è obedito,
Perchè getta nel mare e non minaccia;
Il cel profonda in acqua a gran tempesta:
Lui sta di sopra e cosa non ha in testa.
- ↑ P. E l’aere.
- ↑ T. L’acqua e.