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CANTO SESTO


         Convienmi alciare al mio canto la voce,
     E versi più superbi ritrovare;
     Convien ch’io meni l’arco più veloce
     Sopra alla lira, perch’io vo’ contare
     De un giovane tanto aspro e sì feroce,
     Che quasi prese il mondo a disertare:
     Rodamonte fu questo, lo arrogante,1
     Di cui parlato ve ho più volte avante.

         Alla cità d’Algeri io lo lasciai,
     Che di passare in Franza se destina,
     E seco del suo regno ha gente assai:
     Tutta è alloggiata a canto alla marina.
     A lui non par quella ora veder mai
     Che pona il mondo a foco et a roina,
     E biastema chi fece il mare e il vento,
     Poi che passar non puote al suo talento,

  1. T. fa; Ml. fo.