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orlando innamorato |
[St. 59-62] |
Sì che a camparci de man di Marfisa,
Questo serebbe lo ottimo rimedio;
Ma non ritrovo il modo nè la guisa
A far sapere a lui di questo assedio;
Ch’io so che lui verrebbe alla recisa,
Nè mai mi lasciarebbe in tanto attedio:
Ma non so trovar modo nè vedere
Che questa cosa gli faccia assapere.1
Seguiva Galafron con questo dire
A Sacripante voltando le ciglia:
Tu sei, figliolo, uno omo di alto ardire,
E tanto amor mi porti et a mia figlia,
Che tu sei posto più volte a morire,
Nè Mandricardo, che ’l tuo regno piglia,
Nè il tuo caro Olibandro, che hai perduto,2
Mai ti puote distor dal nostro aiuto.
Dio faccia che una volta meritare
Possiamo te con degno guidardone,
Ben ch’io non credo mai poterlo fare;
Ma ciò che abbiamo e le proprie persone
Seran disposte nel tuo comandare.
Ciò te giuro a la fede di Macone,
Che la mia figlia e tutto il regno mio
Seran disposti sempre al tuo desio.
Ma questo proferirti fia perduto,
Chè serà il regno e noi seco diserti,
Se non trovamo a qualche modo aiuto;
Et io che tutti quanti li aggio esperti
E lungamente ho il fatto proveduto
E i soccorsi palesi e li coperti,
Dico che siamo a l’ultimo perire,
Se ’l re Gradasso non se fa venire.
- ↑ T., Ml. e Mr. a sapere.
- ↑ Ml., Mr. e P. Olibrando.