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90 orlando innamorato [St. 35-38]

         Piglia! piglia! cridava, ahimè tapina!
     Chè consumata son, s’el non è preso.
     Ciascun per agradire alla regina
     A suo poter avrebbe il ladro offeso.
     Lui passa il muro e salta la roina,
     Per quella pietra se ne va sospeso,
     E per la ripa va mutando il passo
     Come per gradi, e gionge al fiume basso.

         Nè vi crediati che fusse confuso,
     Benchè quella acqua sia grossa e corrente:
     Come un pesce a natare egli era aduso;
     Entra nel fiume, e di lui par nïente.
     Fuor de l’acqua teniva aponto il muso,
     E pareva una rana veramente;
     Quei del castel, guardando in ogni lato
     E nol veggendo, il credeno affocato.

         Angelica per questo se dispera,
     E ben se batte il viso la meschina.
     Brunello uscì dapoi della rivera,
     Per la campagna via forte camina;
     Gionse dove era la battaglia fiera
     Tra il re circasso e la forte regina.
     Ivi firmosse alquanto per mirare,1
     Ma l’uno e l’altro alor se vol posare;

         Perchè il secondo assalto era bastato,
     E ciascadun di lor vol prender posa.
     Dicea Brunello: Io non serò firmato,
     Che io non guadagni vosco alcuna cosa.
     Se non vi spoglio, aveti bon mercato;
     Ma poi che seti gente valorosa,2
     Io voglio usarvi alquanta cortesia:
     Ciò che io vi lascio, è della robba mia.

  1. P. fermossi.
  2. T. e Ml. sete.