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orlando innamorato |
[St. 79-82] |
Credendosi ancora esser là dove era
Il re Gradasso, prende il brando in mano;
Con la zirafa lo seguia l’Alfrera,
Che quasi ancora l’ha seguìto in vano.
Sopra Baiardo, la bestia leggiera,
Ranaldo va correndo per il piano;
Per tutto va cercando, e piano, e monte,
Sol per trovarse con Gradasso a fronte.
Ed eccoti davanti, ed ha abbattuto
Fuor de l’arcione il suo fratello Alardo.
Esso non ha Ranaldo ancor veduto,
Chè in quella parte non facea riguardo.
Ma de improviso li è sopra venuto,
E punto nel ferir non fu già tardo.
A due man mena con tanta flagella,
Che sel crede partir fin su la sella.
Non fu il gran colpo a quel re cosa nova,
Chè di valor portava la ghirlanda;1
Nè crediati per questo che si mova,
Nè arma si spezzi, nè sangue si spanda.
Disse a Ranaldo: Or vederem la prova,2
E dir potrai, se alcun te ne dimanda,
Qual sia di noi più franco feritore.3
Se ora mi campi, io te dono l’onore.
Così ragiona il forte saracino,
E mena della spada tutta fiata;
Cade Ranaldo tramortito e chino,
Chè mai tal botta non ha lui provata.4
Lo elmo affatato, che fu de Mambrino,
Gli ha questa volta la vita campata.
Presto Baiardo adietro si è voltato,
Stavi Ranaldo in sul collo abbracciato.
- ↑ Mr. girlanda.
- ↑ P. ora vedrem.
- ↑ T. e Mr. fia; T. fa.
- ↑ P. quel.