[St. 75-78] |
libro i. canto iv |
85 |
Ranaldo se ebbe indietro a rivoltare,
E vide quel pagan tanto gagliardo.
Una grossa asta in man se fece dare,
E poi dicea: O destrier mio Baiardo,
A questa volta, per Dio! non fallare,
Chè qui conviensi avere un gran riguardo.
Non già, per Dio! ch’io mi senta paura;
Ma quest’è un omo forte oltra misura.
Così dicendo serra la visiera,
E contra al re ne vien con ardimento.
Videl Gradasso, la persona altiera:
Mai, da che nacque, fo tanto contento;
Chè a lui par cosa facile e leggiera
Trar de l’arcion quel sir de valimento.1
Ma nella prova l’effetto si vede:
Più fatica li avrà ch’el non si crede.2
Fo questo scontro il più dismisurato
Che un’altra volta forse abbiate udito.
Baiardo le sue croppe misse al prato,
Che non fu più giamai a tal partito,
Benchè se fo de subito levato.
Ma Ranaldo rimase tramortito;
L’alfana trabuccò con gran fracasso:
Nulla ne cura il potente Gradasso.
Spronando forte la facea levare,3
Tra l’altra gente dà senza paura.4
Dice a l’Alfrera che debba pigliare
Ranaldo, e che ’l destrier mena con cura.
Ma certo e’ gli lasciò troppo che fare,5
Perchè Baiardo per quella pianura
Via ne portava il cavalliero ardito;
In poco de ora se fo risentito.
- ↑ Mr. fier; P. fior.
- ↑ P. egli avrà.
- ↑ T. e MI. la fece.
- ↑ P. va.
- ↑ T. egli.