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84 orlando innamorato [St. 71-74]

        Così dicendo chiede l’armatura,
     Quella che prima già portò Sansone.
     Non ebbe il mondo mai la più sicura;
     Da capo a piedi se arma il campïone.
     Ecco la gente fugge con paura,
     Dietro gli caccia quel figlio d’Amone.
     Non pô Gradasso star sì poco saldo,
     Che dentro al pavaglion serà Ranaldo.[1]

        Più non aspetta, e salta su l’alfana.[2]
     Questa era una cavalla smisurata:
     Mai non fu bestia al mondo più soprana;
     Come Baiardo proprio era intagliata.
     Ecco Ranaldo, che giongie alla piana,
     In mezo della gente sbaratata.
     Oh quanto ben d’intorno il camin spaza,
     Troncando busti e spalle e teste e braza![3]

        Ora se move il forte re Gradasso
     Sopra l’alfana, con tanta baldanza,
     Che tutto il mondo non stimava uno asso.
     Verso Ranaldo bassava la lanza,
     E nel venir menava tal fraccasso,
     Che Baiardo il destrier n’ebbe temanza.
     Sedeci piedi salì suso ad alto;
     Non fo mai visto il più mirabil salto.

        Il re Gradasso assai si meraviglia,
     Ma mostra non curare, e passa avante;
     Tutta la gente sparpaglia e scombiglia,
     Per terra abbatte Ivone e il re Morgante.
     L’Alfrera, che gli è dietro, questi piglia,
     Chè sempre lo seguiva quel gigante.
     Trova Spinella, Guizardo e Angelino:
     Tutti gli abbatte il forte Saracino.

  1. Mr. paviglion.
  2. MI. in su.
  3. Mr. e spalle teste e br.