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orlando innamorato |
[St. 71-74] |
Così dicendo chiede l’armatura,
Quella che prima già portò Sansone.
Non ebbe il mondo mai la più sicura;
Da capo a piedi se arma il campïone.
Ecco la gente fugge con paura,
Dietro gli caccia quel figlio d’Amone.
Non pô Gradasso star sì poco saldo,
Che dentro al pavaglion serà Ranaldo.1
Più non aspetta, e salta su l’alfana.2
Questa era una cavalla smisurata:
Mai non fu bestia al mondo più soprana;
Come Baiardo proprio era intagliata.
Ecco Ranaldo, che giongie alla piana,
In mezo della gente sbaratata.
Oh quanto ben d’intorno il camin spaza,
Troncando busti e spalle e teste e braza!3
Ora se move il forte re Gradasso
Sopra l’alfana, con tanta baldanza,
Che tutto il mondo non stimava uno asso.
Verso Ranaldo bassava la lanza,
E nel venir menava tal fraccasso,
Che Baiardo il destrier n’ebbe temanza.
Sedeci piedi salì suso ad alto;
Non fo mai visto il più mirabil salto.
Il re Gradasso assai si meraviglia,
Ma mostra non curare, e passa avante;
Tutta la gente sparpaglia e scombiglia,
Per terra abbatte Ivone e il re Morgante.
L’Alfrera, che gli è dietro, questi piglia,
Chè sempre lo seguiva quel gigante.
Trova Spinella, Guizardo e Angelino:
Tutti gli abbatte il forte Saracino.
- ↑ Mr. paviglion.
- ↑ MI. in su.
- ↑ Mr. e spalle teste e br.