[St. 19-22] |
libro i. canto iv |
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Questo li disse ne l’orecchia piano.
Ciascun se va con Ranaldo allegrare:
Ivone ed Angelin, che con lui vano,
E gli altri ancor, che seco hanno a passare.
Ranaldo a tutti con parlare umano
Proferir si sapeva e ringraziare.
Subitamente se pose in vïaggio,
E fu ordinato in Spagna il suo passaggio.
Ciascun bon cavallier, ch’è di guerra uso,
Segue Ranaldo e la Francia abandona.
Montano l’alpe, sempre andando in suso,
E già vedon fumar tutta Aragona.
Essi vargarno al passo del Pertuso,
In poco tempo gionsero a Sirona.1
Il re Marsilio quivi era fermato;
Grandonio in Barcelona avea mandato,
Per riparare al tenebroso assedio,
Benchè si creda non poter giovare,
Nè lui sa imaginare alcun remedio,
Che non convenga il regno abandonare;
E per malanconia e molto atedio2
Sol se ne sta, nè si lascia parlare.
Ora ad un tempo li viene lo aiuto3
Di Carlo Magno, e gionse Feraguto.
Era con lui già prima Serpentino,
Isoliere e Spinella e il re Morgante,
E Matalista, il franco Saracino,
Lo Argalifa di Spagna e lo Amirante.
Ogni altro baron grande e piccolino,
Che al re Marsilio obediva davante,
Coi fratel Balugante e Falsirone,
Tutti son morti, o son nella pregione.
- ↑ P. E in.
- ↑ MI. e T. tedio.
- ↑ MI. e Mr. vene; P. venne.