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[St. 71-74] libro i. canto iii 63

        Così mirando quella, se diletta
     Il franco conte, ragionando in vano.
     Oh quanto sè a battaglia meglio assetta
     Che ad amar donne quel baron soprano!
     Perchè qualunche ha tempo, e tempo aspetta,
     Spesso se trova vota aver la mano:
     Come al presente a lui venne a incontrare,1
     Che perse un gran piacer per aspettare.

        Però che Feraguto caminando
     Dietro alla riva, in sul prato giongia,
     E quando quivi vede il conte Orlando,
     Advengachè per lui nol cognoscia,
     Assai fra sè si vien meravigliando.
     Poi vede la donzella che dormia.
     Ben prestamente l’ebbe cognosciuta:
     Tutto nel viso e nel pensier se muta.2

        Certo se crede lui, senza mancanza,3
     Che ’l cavallier se stia lì per guardarla;
     Unde con voce di molta arroganza,
     A lui rivolto, subito gli parla:
     Questa prima fu mia che la tua manza,
     Però delibra al tutto de lasciarla.
     Lasciar la dama o la vita con pene,
     O a mi tüorla al tutto ti conviene.4

        Orlando che nel petto se rodìa,
     Vedendo sua ventura disturbare,
     Dicea: Deh! cavallier, va alla tua via,
     E non voler del mal giorno cercare,
     Perchè io te giuro per la fede mia,
     Che mai alcun non volsi ingiurïare,
     Ma il tuo star qui me offende tanto forte,
     Che forza mi serà darti la morte.

  1. T., MI. e Mr. vene.
  2. P. Onde.
  3. P. se crede allor.
  4. P. O a me torla del.