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62 orlando innamorato [St. 67-70]

        Subito il capo gli ebbe disarmato,
     Tuttor piangendo, l’ardito guerrero:
     E lui quello elmo in testa se ha allacciato,1
     Troncando prima via tutto il cimero.
     E poi che sopra al caval fu montato,
     Col morto in braccio va per un sentiero
     Che dritto alla fiumana il conducia;
     A quella giunto, getta l’Argalia.

         E stato un poco quivi a rimirare,
     Pensoso per la ripa se è aviato.
     Or vogliovi de Orlando racontare,
     Che quel deserto tutto avea cercato,
     E non poteva Angelica trovare;
     Ma crucioso oltra modo e disperato,
     E biastemando la fortuna fella,
     Apunto giunse dove è la dongiella.

        La qual dormiva in atto tanto adorno,
     Che pensar non si può, non che io lo scriva.
     Parea che l’erba a lei fiorisse intorno,2
     E de amor ragionasse quella riva.
     Quante sono ora belle, e quante fôrno
     Nel tempo che bellezza più fioriva,
     Tal sarebbon con lei, qual esser suole
     L’altre stelle a Dïana, o lei col sole.

        Il conte stava sì attento a mirarla,
     Che sembrava omo de vita diviso,
     E non attenta ponto di svegliarla;
     Ma fiso riguardando nel bel viso,3
     In bassa voce con se stesso parla:
     Sono ora quivi, o sono in paradiso?
     Io pur la vedo, e non è ver nïente,
     Però ch’io sogno e dormo veramente.

  1. P. Egli.
  2. T., MI. e P. erba; T. fiorisce.
  3. T., MI. e P. fisso,