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orlando innamorato |
[St. 67-70] |
Subito il capo gli ebbe disarmato,
Tuttor piangendo, l’ardito guerrero:
E lui quello elmo in testa se ha allacciato,1
Troncando prima via tutto il cimero.
E poi che sopra al caval fu montato,
Col morto in braccio va per un sentiero
Che dritto alla fiumana il conducia;
A quella giunto, getta l’Argalia.
E stato un poco quivi a rimirare,
Pensoso per la ripa se è aviato.
Or vogliovi de Orlando racontare,
Che quel deserto tutto avea cercato,
E non poteva Angelica trovare;
Ma crucioso oltra modo e disperato,
E biastemando la fortuna fella,
Apunto giunse dove è la dongiella.
La qual dormiva in atto tanto adorno,
Che pensar non si può, non che io lo scriva.
Parea che l’erba a lei fiorisse intorno,2
E de amor ragionasse quella riva.
Quante sono ora belle, e quante fôrno
Nel tempo che bellezza più fioriva,
Tal sarebbon con lei, qual esser suole
L’altre stelle a Dïana, o lei col sole.
Il conte stava sì attento a mirarla,
Che sembrava omo de vita diviso,
E non attenta ponto di svegliarla;
Ma fiso riguardando nel bel viso,3
In bassa voce con se stesso parla:
Sono ora quivi, o sono in paradiso?
Io pur la vedo, e non è ver nïente,
Però ch’io sogno e dormo veramente.
- ↑ P. Egli.
- ↑ T., MI. e P. erba; T. fiorisce.
- ↑ T., MI. e P. fisso,