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orlando innamorato |
[St. 51-54] |
Segnori, io scio che vi meravigliati
Che ’l re Gradasso non sia gionto ancora
In tanto tempo; ma vo’ che sappiati
Che più tre giorni non faran dimora.1
Già sono in Spagna i navigli arrivati.
Ma non vo’ ragionar de esso per ora,2
Chè prima vo’ contar ciò che è avvenuto
De’ nostri erranti, e pria de Feraguto.
Il giovanetto per quel bosco andava,
Acceso nella mente a dismisura;
Amore ed ira il petto gli infiammava.
Lui più sua vita una paglia non cura,3
Se quella bella donna non trovava,4
O l’Argalia dalla forte armatura;
Chè assai sua pena gli era men dispetta,
Quando con lui potesse far vendetta.
E cavalcando con questo pensiero,
Guardandose de intorno tuttavia,5
Vede dormire a l’ombra un cavalliero,
E ben cognosce ch’egli è l’Argalia.
Ad un faggio è legato il suo destriero.
Feragù prestamente il dissolvia,
Indi con fronde lo batte e minaccia,
E per la selva in abandono il caccia.
E poi fu presto in terra dismontato,
E sotto un verde lauro ben se assetta,
Al quale aveva il suo destrier legato,
E che Argalia se svegli, attento aspetta;
Advengachè quello animo infiammato
Male indugiava a far la sua vendetta;
Ma pur tra sè la collera rodìa,
Parendoli il svegliarlo vilania.
- ↑ MI. e Mr. Più de tri; P. Più di tre.
- ↑ P. di lui.
- ↑ P. Ei.
- ↑ MI. e P. dama; Mr. damma.
- ↑ T., MI. e Mr. Guardandosse.