47 La dama ben s’accorse incontinente,
Come colei che è scorta oltra misura,
Che quel baron d’amore è tutto ardente,
Onde a infiamarlo più pone ogni cura;
E con bei motti e con faccia ridente
A ragionar con seco lo assicura;
Però che ’l conte, ch’era mal usato,
D’amor parlava come insonnïato.
48 Mille anni pare a lui che asconda il sole,
Per non avere al scur tanta vergogna;
Perchè, benchè non sappia dir parole,
Pur spera de far fatti alla bisogna;
Ma sol quel tempo d’aspettar gli dole,
E fra se stesso quel giorno rampogna,
Qual più de gli altri gli par longo assai,
Nè a quella sera crede gionger mai.
49 E così cavalcando a passo a passo,
Ragionando più cose intra di loro,
A mezo il prato ritrovarno un sasso,
Che è scritto tutto intorno a littre d’oro,
E trenta gradi, dalla cima al basso,
Avea tagliato con netto lavoro;
Per questi gradi in cima se saliva
A quel petron, che asembra fiamma viva.
50 Disse la dama al conte: - Or te assicura,
Se hai, come io credo, la virtù soprana,
Che in questo sasso è la maggior ventura
Che sia nel mondo tutto, e la più strana.
Monta quei gradi e sopra quella altura:
La pietra è aperta a guisa di fontana;
Ivi te appoggia, e giù callando il viso
Vedrai l’inferno e tutto il paradiso. -