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orlando innamorato |
[St. 43-46] |
Sopra la torre il nano il corno suona:
Il quarto cavallier ne vien palese.
Orlando contra lui forte sperona,
E con fraccasso a terra lo distese.
Poi tutti, come morti, li abandona,
E passa il ponte senza altre contese,
E gionge al pino e smonta della sella:
Salisce al tronco e spicca la donzella.
Giù per le rame la portava in braccio,
E quella dama lo prese a pregare,
Poichè tratta l’avea di tale impaccio,
Che via con seco la voglia portare,
Perchè di lei serìa fatto gran straccio,
Se quivi se lasciasse ritrovare.
Orlando la assicura e la conforta,
In croppa se la pone, e via la porta.
Era la dama di extrema beltate,
Malicïosa e di losinghe piena;
Le lacrime teneva apparecchiate
Sempre a sua posta, com’acqua di vena.1
Promessa non fie’ mai con veritate,
Mostrando a ciascadun faccia serena;
E se in un giorno avesse mille amanti,
Tutti li beffa con dolci sembianti.
Come io dissi, la porta il conte Orlando,
E già partito essendo di quel loco,
Lei, con dolci parole ragionando,
Lo incese del suo amore a poco a poco.
Esso non se ne avide e, rivoltando
Pur spesso il viso a lei, prende più foco,
E sì novo piacer gli entra nel core,
Che non ramenta più l’antiquo amore.
- ↑ T., Ml. e Mr. con acqua.