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[St. 15-18] libro i. canto xxix 497

         Ma certamente io vedo una sol via,
     Volendo, come io dico, riservare
     Nel vostro onor la nominanza mia,
     Che ce possiamo insieme ritrovare.
     Come sapete, la fortuna ria
     Fece a la morte insieme disfidare
     Oringo, il cavallier tanto inumano,
     Contra a Corbino, mio franco germano.

         E fo quel damigello al campo morto,
     Dico Corbino, e contra alla ragione,
     Chè ancor non era ben ne l’arme scorto,
     E l’altro fo più volte al parangone.
     Ora per vendicar cotanto torto,
     Mio patre va cercando un campïone,
     Proferendo a ciascuno extremo merto,
     Et hal trovato, o trovaral di certo.

         Voi, che portate adunque l’arme indosso
     D’Oringo e la sua insegna e il suo cimero,
     Fuor de la terra vi serete mosso,
     Là dove scontrarete un cavalliero.
     Poi che l’un l’altro ve areti percosso,
     Pigliar vi lasciareti di legiero,
     E questo è solo il modo e la maniera
     A far contenta vostra voglia intiera.

         Però che quivi sereti menato
     Da l’altro cavallier, che ve avrà preso;
     Sotto mia guarda stareti legato,
     E non temeti già de essere offeso,
     Chè a vostra posta vi darò combiato.
     E benchè ’l patre mio sia d’ira acceso,
     Et abbia molta voluntate e fretta
     Di far del suo figliolo aspra vendetta,