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orlando innamorato |
[St. 11-14] |
Ciò vi giuro, et è vero, e non ve inganno;
E pensar ben doveti in vostro core
Che l’uom die’ sostener l’extremo danno
Prima che ’l provi il suo amico maggiore;
Perchè essendo ingannato, ogni altro affanno,
Anci la morte, è ben pena minore,
Perchè alla fine ogni martire avanza1
Trovarsi vana l’ultima speranza.
Ben lo scia Dio che in altri non ho spene,
E che voi seti quella che più amo;
Soffrir non posso ormai cotante pene:
A l’estremo dolor mercè vi chiamo.
Camparme al vostro onor ben si conviene,
Chè sol per voi servir la vita bramo,
E, se aiuto non dati al mio gran male,
Io moro, e voi perdeti un cor leale. —
Non son queste parole simulate,2
Anci tratte al mio cor della radice;
Lei, che femina è ben in veritate,
(Che tutte son peggior che non se dice),
Fece risposta con gran falsitate,
Per farme più dolente et infelice,
Dicendo: Uldarno (chè così mi chiamo)3
Più che ’l mio spirto e più che gli occhi v’amo.4
E se io potessi mostrarne la prova,
Come io posso in voce proferire,5
Cosa non ho nel cor che sì me mova,
Quanto al vostro desio poter servire;
E se alcun modo o forma se ritrova,
Ch’io possa contentar questo disire,
Io sono apparecchiata a tutte l’ore,
Pur che si servi insieme il nostro onore.
- ↑ Ml. al fin; Mr. al fine; P. nel fine.
- ↑ Ml. fuon; Mr. suon; P. fur.
- ↑ Ml. Uldano.
- ↑ Mr. omm. 'l.
- ↑ P. Come posso con.