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orlando innamorato |
[St. 43-46] |
Tu montarai sopra il tuo palafreno:
Baiardo, quel destrier, menalo a mano.
Di tende e paviglioni il campo è pieno:
Cerca tu quel del sir de Montealbano.
A lui del bon destrier dà in mano il freno,
E digli, poi ch’egli è tanto inumano
Che comporta ch’io pèra in tante brame,
Non vo’ che il suo ronzon mora di fame.
Io non potrebbi mai già comportare,
Che ’l suo destrier patisse alcun disaggio,
A benchè lui mi venne assedïare,
E femmi oltra al dover cotanto oltraggio.1
Sol d’una cosa me può biasimare:
Ch’io l’amo oltra misura; et ameraggio2
Sin che avrò spirto in core e sangue adosso,
O voglia, o non, però che altro non posso.3
A lui ragionarai in cotal guisa,
Et a trarne risposta abbi lo ingegno;
Chè tanto è la pietà da quel divisa,
Che forse di parlarti avria disdegno.
Partendoti da lui, vanne a Marfisa,
Nè far de onore o reverenzia un segno;
Senza smontar d’arcione a lei te accosta,
E da mia parte fa questa proposta.
Diragli ch’io credetti che Agricane
Dovesse per suo exempio spaventare
E le genti vicine e le lontane
Dal non dover con me guerra pigliare;
Ma da poi ch’essa ancor non se rimane,
Che gli altri se potranno ammaestrare
Per lo exempio di lei, che tanto è paccia,
Che bisogno ha d’aiuto e pur minaccia.
- ↑ P. fammi.
- ↑ P. e l’.
- ↑ T., Ml. e Mr, voglio.