40 |
orlando innamorato |
[St. 51-54] |
Il simil fe’ Macario de Lusana,
E Pinabello e il conte de Altafoglia,
Nè già Falcon da gli altri se alontana:
Parli mille anni che de qui se toglia.
Sol della gesta perfida e villana
Grifon rimase fermo in su la soglia,
O virtute, o vergogna che il rimorse,
O che al partir degli altri non se accorse.
Ora torniamo a quel pagano orribile,
Che per il campo tal tempesta mena.
La sua possanza par cosa incredibile;
Porta per lancia un gran fusto de antena.
Nè di lui manco è il suo corsier terribile,
Che nella piazza profonda l’arena,1
Rompe le pietre, fa tremar la terra,
Quando nel corso tutto se disserra.
Con questa furia andò verso il Danese,
E proprio a mezo il scudo l’ha colpito:
Tutto lo spezza, e per terra il distese
Col suo destriero insieme e sbalordito.
Il duca Naimo sotto il braccio il prese,
E con lui fuor del campo si ne è gito;
E fêgli medicare e braccio e petto,2
Che più che un mese poi stette nel letto.3
Grande fu il crido per tutta la piaza,
E più de gli altri i Saracin se odirno.
Grandonio al rengo superbo minaza,
Ma non per questo gli altri isbigotirno.
Turpin di Rana adosso a lui si caza,4
E nel mezo del corso se colpirno;
Ma il prete uscì de arcion con tal martìre,
Che ben fu presso al ponto del morire.5
- ↑ P. Porta un’antenna ch’è grossa al possibile, Tant’è sua possa e smisurata lena.
- ↑ P. medicare il br. e ’l.
- ↑ P. d’un.
- ↑ T. minaccia-caccia.
- ↑ Mr. de.