[St. 47-50] |
libro i. canto ii |
39 |
Gualtiero da Monleon dopo colui
Fu dal Danese per terra giettato.
Un drago era la insegna di costui,
Tutto vermiglio nel campo dorato.
Deh non facciamo la guerra tra nui,
Diceva Ogieri, o popol baptizato!
Ch’io vedo caleffarci a’ Saracini,
Perchè facciamo l’un l’altro tapini.
Spinella da Altamonte fu un pagano,
Ch’era venuto a provar sua persona
A questa corte del re Carlo Mano:
Nel scudo azuro ha d’oro una corona.
Questo fu messo dal Danese al piano.
Or Matalista al tutto se abandona:
Fratello è questo a Fiordespina bella,
Ardito, forte e dextro su la sella.
Costui portava il scudo divisato
Di bruno e d’oro, e un drago per cimiero;
E cadde sopra al campo riversato.
A vota sella ne andò il suo destriero.1
Mosse Grandonio, il cane arabïato:
Aiuti Ogieri Iddio, chè gli è mistiero!
Chè in tutto il mondo, per ogni confino,
Non è di lui più forte Saracino.
Avea quel re statura de gigante,
E venne armato sopra a un gran ronzone;
Il scudo negro portava davante,
E d’ôr scolpito ha quel dentro un Macone.
Non vi fu Cristïan tanto arrogante
Che non temesse di quel can felone:
Gan da Pontier, come lo vide in faza,
Nascosamente uscì fuor della piaza.2
- ↑ T., MI e Mr. cade.
- ↑ T. faccia