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CANTO VENTESIMOTTAVO.
Chi provato non ha che cosa è amore,
Biasmar potrebbe e due baron pregiati,
Che insieme a guerra con tanto furore
E con tanta ira se erano afrontati,
Dovendosi portar l’un l’altro onore,
Ch’eran d’un sangue e d’una gesta nati:
Maximamente il figlio di Melone,
Che più della battaglia era cagione.
Ma chi cognosce amore e sua possanza,
Farà la scusa di quel cavalliero;
Chè amore il senno e lo intelletto avanza,
Nè giova al provedere arte o pensiero.
Giovani e vecchi vanno alla sua danza,
La bassa plebe col segnore altiero;1
Non ha remedio amore, e non la morte;
Ciascun prende, ogni gente et ogni sorte.2