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orlando innamorato |
[St. 51-54] |
Io ti prometto che a ogni tuo volere,
Soletta in questo loco, come io sono,
Ti lasciarò di me prender piacere,
Se me prometti et attendi un sol dono;
Perch’io voglio comprendere e vedere
Stu me ami come mostri in abandono.
E quel ch’io voglio e quel ch’io ti dimando,
È una battaglia sola al mio comando.
Ma se tu forse sei tanto inumano,
Che prenda il tuo piacere al mio dispetto,
Tenuto ne sarai sempre villano,
E tornarate in pianto quel diletto;
Perch’io me occiderò con la mia mano,
E passaromme in tua presenza il petto;
Sì ch’in te solo e in tuo arbitrio dimora
Se vôi ch’io mora, o vôi che viva ancora.
Al fin delle parole lacrimando
Abassò il viso con molta pietate;
Non puotè più soffrire il conte Orlando,
Ma più di lei piangeva in veritate;
E con somessa voce ragionando,
Sempre chiedea perdon con umiltate,
Dando la colpa del passato errore
Al core ardente et al superchio amore.
Poi l’un promesse a l’altro in sacramento
Di servar le dimande tutte a pieno.
Il lume della luna era già spento,
E il sole uscia del mare al ciel sereno,
Quando quel cavallier pien de ardimento,
Che mai di sua bontà non venne meno,
Per provvederse alla cruda battaglia,
Tutto di piastra si copre e di maglia.