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472 orlando innamorato [St. 35-38]

         Stavan gli altri baroni a lor d’intorno,
     Quei de la rocca e quei de la regina,
     Che avean lasciata sua battaglia il giorno,
     Per mirar de costor l’alta ruina.
     Tra questi fo ordinato far ritorno
     Sopra quel campo ne l’altra matina,
     E diffinir la ultima battaglia,[1]
     Chi più de ardire e di possanza vaglia.

         Così tornorno questi nel girone,[2]
     Orlando, dico, e la sua compagnia;
     E gli altri ciascadun al pavaglione.
     Or suonar trombe e gran corni se odia,
     Diversi cridi de istrane persone;
     Et alti fuochi al campo se vedia,[3]
     E per le mura d’intorno alla rocca
     Spesse lumere; e la campana ciocca.

         Angelica, di dame accompagnata,
     Venne a trovare Orlando paladino
     Dentro alla zambra ricca et apparata:[4]
     Quivi son frutti, confetti e bon vino.[5]
     La sopravesta il conte avea stracciata,
     E rotto il scudo d’ôr da l’armelino,[6]
     E perduto il cimier del dio d’amore,
     Unde di doglia gli crepava il core.

         Et aveva tal doglia nel pensiero,
     Che non scia dir se egli è morto nè vivo,
     Se quella dama chiedesse il cimiero,
     O domandasse come ne fo privo.
     Ma de ciò dubitar non fo mestiero,
     Chè lei, d[a] antiveder troppo cativo,[7]
     Ciò che vedeva che al conte gradava,
     Quel gli chiedeva, e sol di ciò parlava.

  1. Ml. e Mr. l’ultima; P. l’ultima sua.
  2. Mr. tornar; P. tornarno.
  3. T., Ml. e Mr. E dalti.
  4. Ml. e Mr. a la ciambra ricca et; P. a la sua ciambra ricca.
  5. Ml. Qui è; Mr. e P. Qui ha fr. e confeti e bon.
  6. Mr. del ramelino.
  7. Ml. e Mr. ad antiveder; P. l’antiv. troppo ha.