Pagina:Boiardo - Orlando innamorato I.djvu/481

[St. 31-34] libro i. canto xxvii 471

31 Diceva Orlando: - Pôi ringrazïare
     Il giorno che è partito, e il vivo sole,
     Che alquanto t’ha la morte a indugïare,
     E certamente me ne incresce e dole. -
     Dice Ranaldo: - Ciò lasciamo andare:
     Io vo’ che meco vinci di parole;
     Ma già di fatto vantaggio non hai,
     Nè creder, fin ch’io viva, averlo mai.

32 E fino ad ora io sono apparecchiato
     (Per mostrar ch’io non ho di te paura)
     Di trare al fin lo assalto cominciato,
     Ch’io non te stimo, o giorno, o notte oscura. -
     Rispose il conte: - Ladro, scelerato,
     Che pur convien mostrar la tua natura,
     Come sei uso, tristo, doloroso,
     Far guerra al scuro, nel bosco nascoso.

33 Io vo’ teco azzuffarme al giorno chiaro,
     Perchè tu vedi il tuo dolor palese,
     E che prender non possi alcun riparo,
     Nè fuggirti da me, nè far diffese. -
     Disse Ranaldo: - Adunque e’ m’è ben caro
     Esser tanto lontano al mio paese,
     Per non dar quel dolore al duca Amone,
     Poi che morir convengo a ogni rasone.

34 Io so combatter nel bosco nascoso,
     E nel monte alto e all’aperta pianura,
     E fo battaglia al giorno luminoso,
     Matina e sera e ne la notte scura.
     Or tu sei solo al mondo glorïoso,
     Ed hai de l’onor tuo cotanta cura,
     Che non combatti se no’ al sole altiero,
     Credendo altrui smarir col tuo quartiero. -

5. T. e MI. Disse. — 6. T. e MI. vinchi. — 16. P. e nel. - 2». P. tanto duol al. — 26. T., MI. e Mr. e a la parte (T. ò corr. di mano posteriore);

P. Nel monte ad alto ed anco.