[St. 43-46] |
libro i. canto xxvi |
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E però combattea pensoso e tardo,
Usando a suo vantaggio ciascuna arte:
E benchè se sentisse ancor gagliardo,
Chiese riposo e trassese da parte.
Mentre che intorno faceva riguardo,
Vidde nel campo gionto Brandimarte,
E ben se rallegrò nel suo pensiero,
Chè Brigliadoro ha questo, il suo destriero.
Subitamente a lui se ne fu andato;
Ciascun raconta la sua disventura,
E fu tra loro alfin deliberato
(Chè Brandimarte ha rotto l’armatura)
Che nella rocca lui sia ritornato,
E là meni Baiardo a bona cura.
Su Brigliadoro il conte valoroso
È già montato, e non vol più riposo.
Non vôl riposo più quel sir d’Anglante,
Anci si mosse con molta roina;
E con parlar superbo e minacciante
Isfida a morte la forte regina.
L’un mosse verso l’altro lo afferrante,
Ciascun morire, o vincer se destina:
Questa zuffa dirò poi tutta aponto,1
Ma torno a Trufaldin, ch’era già gionto.
Ranaldo il gionse a la rocca vicino,
E non crediati che ’l voglia pregione,
Benchè vivo pigliò quel malandrino,
E legòl stretto con bona ragione;
Indi con le gambe alto e il capo chino
Alla coda lo attacca del ronzone;
Poi per il campo corre a gran furore
Cridando: Or chi diffende il traditore?
- ↑ Ml. e Mr. tutto a p.; P. tutt’appunto.