[St. 35-38] |
libro i. canto xxvi |
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Così parlando ogniun sta dal suo lato.
Non era il conte a dismontare ardito:1
Chè, prima a terra fosse dismontato,
Via ne serebbe Baiardo fuggito.
Sendo bon pezzo ciascun dimorato,
Che l’uno a l’altro non avea ferito,
Ranaldo, riguardando in quel confino,
Ebbe veduto il falso Trufaldino,2
Che aveva Astolfo abattuto nel piano.
Esso a destriero d’intorno il feriva:
Quel se deffende con la spada in mano;
Ecco Ranaldo che sopra gli ariva.
Quando venire il vidde quel villano,
Che avea d’ogni virtù l’anima priva,
Come fugge il colombo dal falcone
Così prese a fuggir dal fio d’Amone.
Esso fuggendo a gran voce cridava:
— Aiuto! aiuto! o franchi cavallieri
E la promessa fede adimandava;
E ben soccorso gli facea mestieri,
Chè già quasi Ranaldo lo arivava.
Ma tutti quanti quelli altri guerreri
Abandonarno sua prima tenzone,
Tirando tutti adosso al fio d’Amone.
Orlando nol seguia, come io vi conto,
Perchè Baiardo non puotea guidare;
Ma ben gionse Grifone a ponto a ponto
Che apena Trufaldin dovea campare.3
Come Ranaldo lo vidde esser gionto,
Subitamente se ebbe a rivoltare,
E ferisce a Grifon sì gran riverso,
Che quello ha il spirto e l’intelletto perso.
- ↑ T. e Ml. conte di smontare.
- ↑ P. Se prima.
- ↑ P. potea (cfr. il Berni).