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orlando innamorato |
[St. 47-50] |
Ella se parte zoiosa e festante
Per la promessa di quel cavalliero,
Tanto superba di cotale amante,
Che di Marfisa più non ha pensiero.
Come partita fu, disse Aquilante
Al conte Orlando: Il ti farà mestiero
Domane esser gagliardo sopra il piano,
Perchè avrai contra il sir de Montealbano.
Egli è venuto e non scio la cagione,
Ma fuor de l’intelletto al tutto pare,
Chè tutti quanti qua dentro al girone
Ci ha preso con vergogna a disfidare.1
Io lo pregai, et ancora Grifone,
Ma lui non si lasciò giamai parlare,
Nè dir se li può mai ragion che vaglia,
Onde c’è forza far sieco battaglia. 2
— Sciai certo che ’l sia desso, disse Orlando
E che per lui non abbi altro avisato?
Disse Aquilante: A Dio mi racomando,
Stato son sieco a fronte e gli ho parlato,
E combattei con lui brando per brando;
E tu me stimi tanto smemorato,
E sì fuor d’intelletto e di ragione,
Ch’io non cognosca Ranaldo d’Amone?
Grifone quel medesimo dicia,
Che senza dubio alcun l’ha cognosciuto;
E quando il conte tal cosa intendia,
Tutto cambiosse nel sembiante arguto,
E prese nel pensier gran zelosia,
Che qua non fusse Ranaldo venuto
Sol per amor de Angelica la bella;
Onde gran doglia dentro il cor martella.3
- ↑ Ml., Mr. e P. Ci ha.
- ↑ P. a far.
- ↑ Ml. al cor.