[St. 27-30] |
libro i. canto xxv |
437 |
Sì che ascoltati quel che vi vo’ dire,
E procurati metterlo ad effetto,
Se non voleti al presente morire,
Chè ben ve occiderò senza rispetto;
Ma se me prometteti far venire
Con voi doman nel campo il maledetto,
Voglio che questa guerra cominciata
Or sia fornita per questa giornata.
E tutti voi, che aveti la difesa
Del vostro glorïoso Trufaldino,
Come serà del sol la luce accesa,
Verriti giù nel campo al bel matino
E quivi finirà nostra contesa,
E morirà quel perfido assassino;
O veramente ch’io vi serò morto,
Se Dio dal dritto non riguarda il torto. 1
Queste parole diceva Ranaldo,
Et altro ch’io non curo a ricontare;2
Onde l’accordo fo fatto di saldo,
A benchè con Marfisa fo da fare,
Perchè essa aveva il core acceso e caldo,
Nè la battaglia mai volse lasciare,
Sin che Aquilante non giura e Grifone
Tornar per l’altro giorno alla tenzone;
E mantener battaglia per un giorno,
Sin che serà nel mare il sole ascoso.
Così dentro alla rocca fier’ ritorno
Ciascun barone afflitto e doloroso,
E non avevan pezzo d’arme intorno
Che non fosse percosso e sanguinoso;
Nè stavan quei di fuori ad altra guisa,
Ranaldo e il Turco e la forte Marfisa.
- ↑ Ml., Mr. e P. il torto.
- ↑ P. Et altre. Ml. e Mr. arricontare.