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414 orlando innamorato [St. 51-54]

         Mentre che ella braveggia a suo volere,
     Non ha il franco Grifone il tempo perso,
     Ma con ogni sua forza e suo potere
     In fronte la ferì de un gran riverso.
     Io non sapria cantando far vedere
     Di lei lo assalto orribile e diverso,
     Chè, non curando più la sua persona,
     Verso Aquilante tutta se abandona.

         Ferì con tal superbia la adirata,
     Con tal ruina e con furor cotanto,
     Che, se non fosse le piastre incantata,1
     Fesso l’avria per mezzo tutto quanto.
     Dicea il franco Grifon: Cagna rabbiata,
     Tu non te donarai al mondo il vanto
     Che promisso hai, de occider mio germano:
     Ma serà tuo zanzar bugiardo e vano.

         Così dicendo la ferì del brando
     Con gran tempesta ne l’elmo lucente.
     Or, bei Segnori, a Dio ve racomando,
     Perchè finito è il mio dire al presente;
     E, se tornati, verrovi contando
     Questa battaglia nel canto sequente,
     Qual fo tra gente di cotanto ardire,
     Che ve fia gran diletto odendol dire.



  1. P. la piastra.