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orlando innamorato |
[St. 27-30] |
Sì che non fo questo assalto minore,
Ma più crudele assai et inumano,
Perchè Aquilante avea molto dolore,
Credendo essere occiso il suo germano;
E come disperato, a gran furore
Combattea contra il sir de Montealbano,
Ferendo ad ambe man con molta fretta,
Per morir presto, o far presto vendetta.
Da l’altra parte a Ranaldo parea
Ricever da costoro a torto ingiuria,
Però più dello usato combattea
Terribilmente, acceso in maggior furia;
Contra sè tutti quanti li vedea,
E lui soletto non ha chi lo alturia
Se non Fusberta e il suo core animoso,
Però combatte irato e furïoso.1
Or via, diceva lui, brutta canaglia!
Mandati ancor de li altri a ricercare,
Che vengano a fornir nostra battaglia;2
O venitene insieme, se vi pare,3
Che tutti non vi stimo un fil de paglia.
Come poteti gli occhi al celo alciare
De vergogna, o vedere vi lasciati,
Sendo tra gli altri sì vituperati?
Non respondeva Aquilante nïente,
Benchè egli odisse quel parlar superbo,
Ma, stringendo de orgoglio dente a dente,
Con quanta possa aveva e quanto nerbo
Ferì Ranaldo ne l’elmo lucente
De un colpo furïoso e tanto acerbo,
Che Ranaldo le braccia al celo aperse
Per la gran pena che al colpo sofferse.
- ↑ P. combattea.
- ↑ Ml., Mr. e P. vostra.
- ↑ Mr. O venir; P. O venite.