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orlando innamorato |
[St. 39-42] |
Et andò prestamente ivi alla fonte,1
Ch’era nel mezo del prato fiorito,
E giettando acqua a Brandimarte in fronte
Ritornar fece il spirto sbigotito:
E dolcemente ragionando al conte
Dicea voler pigliare altro partito,
Chè poco longe una erba avea veduta,
Qual racquista la vita ancor perduta.
Dentro alla selva che girava intorno
La damisella se pone a cercare,
Nè stette molto, che fece ritorno
Con l’erba che a virtute non ha pare.
Ad ôr simiglia quando è chiaro il giorno,2
La notte poi se vede lampeggiare;
Il fior vermiglio ha la pianta felice,
E come argento è bianca sua radice.
Avea il baron la testa dissipata
Per il gran colpo, come aveti odito;
Posevi dentro quella erba fatata
La damisella, e chiusela col dito.
Fu incontinente la piaga saldata,
Nè pur se vede dove era ferito;
Ma, come il spirto li fu ritornato,
Di Fiordelisa il conte ha dimandato.
Eccola quivi! a lui rispose Orlando
Lei sola ti campò veracemente.
Così rispose il conte al suo dimando,
Perchè de l’altra non sapea nïente.
Brandimarte mirò la dama, e quando
Vide che non è quella, un dolor sente3
Sì smisurato e sì nocivo al core,
Che quel del trapassar serìa minore.
- ↑ Ml. e Mr. omm. ivi; P. prestamente a quella.
- ↑ P. A l’. —
- ↑ P. Vede.