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[St. 11-14] | libro i. canto xxi | 369 |
Di Chiaramonte sono e di Mongrana,
Gentile ischiatte e de un sangue discese;
Or per altrui e per cagione istrana
Vengono insieme alle mortale offese.
Dicea il franco Grifon con voce umana
Verso Ranaldo: Deh baron cortese!
Mal aggia la fortuna e trista sorte,
Che per altrui te adduce a prender morte.
Perchè sette baroni hanno giurato
Diffender Trufaldin da tutto il mondo,
Ciascuno d’alto pregio e nominato.1
Caro fratello, io non te me nascondo:2
Morto ti veggio e disteso nel prato,
Chè dopo il primo venirà il secondo,
E il terzo e il quarto senza dimorare:
Contra de tanti non puotrai durare.
Disse Ranaldo: A fede di leanza,
Aver guerra con voi molto me pesa;
E ciò non dico già per dubitanza,
Chè tutti andreti in terra alla distesa;3
Et è la vostra sì grande arroganza,
Poi contra a tutto il mondo aveti impresa,
Che non doveti già meravigliare
Se io solo a sette voglio contrastare.
Ma noi facciamo ormai troppo parole,4
Et io non voglio star tutto oggi armato;
Qualunche Trufaldin diffender vole,
Prenda del campo, chè io l’ho desfidato.
Certo non passarà quel monte il sole,
Che ad uno ad un vi stenderò sul prato,
E mostrarovi chiaro il parangone
Che ve moveti contra alla ragione.
Boiardo.Orlando innamorato. Vol. I
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