Pagina:Boiardo - Orlando innamorato I.djvu/372

362 orlando innamorato [St. 43-46]

43 E giù tornando, a Ranaldo parlava
     Dicendo: - Cavalliero, in quel girone
     Stavvi una meretrice iniqua e prava,
     Piena di frode e de incantazïone;
     Ma quel che è peggio ed ancor più m’agrava,
     Un re vi sta, che non ha paragone
     De tradimenti, inganni e di mal fele:
     Trufaldino è nomato quel crudele.

44 E quella dama Angelica se appella,
     Che ha ben contrario il nome a sua natura,
     Perchè è di fede e di pietà ribella.
     Onde io destino mettere ogni cura
     Che non campi nè ’l re nè la donzella,
     Che pur son chiusi dentro a quelle mura;
     Poi che disfatto avrò la rocca a tondo,
     Vo’ pigliar guerra contra a tutto il mondo.

45 Primo Gradasso voglio disertare,
     Che è re del gran paese Siricano;
     Poi Agricane vado a ritrovare,
     Che tutta Tartaria porta per mano.
     Sin in Ponente mi conviene andare,
     E disfarò la Franza e Carlo Mano;
     Nanti a quel tempo levarmi di dosso
     Maglia nè usbergo nè piastra non posso.

46 Chè fatto ho sacramento a Trivigante
     Non dispogliarme mai di questo arnese
     Insin che le provincie tutte quante,
     E castelle e citade non ho prese;
     Sì che, barone, tuoteme davante,
     O prometti esser meco a queste offese,
     Chè chiaramente e palese te dico:
     Chi non è meco, quello è mio nemico. -

3. T., e MI. Stava. — 5. F. peggio ancora e più mi grava. — 10. Mr. Che (Ch' è f) ben. — 19. MI. Agrican ; Mr. e P. andò. — 20. Mr. e P. porto. —

28. T., MI. e F. £ castelle.