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[St. 15-18] libro i. canto xx 355

         Questo Ranchiera, col bastone in mano,
     Menò un traverso a Brandimarte al basso
     Con gran ruina, e gionse al campo piano,
     Chè il cavallier saltò davante un passo.
     Oridante il crudel non menò in vano,
     Anci gionse il destriero, e con fraccasso
     Dietro alla sella su le groppe il prese,
     Sì che sfilato in terra lo distese.

         Subito è in piede lo ardito guerrero,1
     Nè de esser vinto per questo se crede.
     A terra morto rimase il destriero,
     Lui con la spada se diffende a piede;
     Ma ad ogni modo è occiso il cavalliero,
     Se Dio de darli aiuto non provede,
     Perchè i giganti l’hanno in mezo tolto:
     È morto al primo colpo che egli è còlto.

         Ma gionse Orlando al ponto bisognoso,
     Come io contai (non so se il ricordati),
     Quando tornava dal bosco frondoso,
     Dove Agricane e lui se eran sfidati.
     Or quivi gionse quel conte animoso,
     E vide e duo giganti inanimati
     Intorno a Brandimarte a darli morte,
     E del suo affanno gli rencrebbe forte;

         Chè incontinente l’ebbe cognosciuto
     A l’arme et alla insegna che avea indosso,
     Onde destina de donarli aiuto:
     Sopra a Baiardo subito fu mosso.
     Ranchiera vide Orlando che è venuto,
     Venneli incontra quel gigante grosso;
     Con Brandimarte Oridante se aresta:
     Or cresce la battaglia, e più tempesta.2

  1. T., Ml. e P. piedi.
  2. Ml. e P. battaglia in più.