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orlando innamorato |
[St. 3-6] |
Standosi questo ad adorar Macone
Vide li amanti solacciar nel piano,
E prese a quel mirar tentazïone,
Tal che li cadde il libracciol di mano;1
E sieco pensa il modo e la ragione
Di tuor la dama al cavallier soprano.
Poi che fatto ha il pensier, questo infelice
Smonta la costa e porta una radice:
Una radice de natura cruda,
Che fa l’omo per forza adormentare;
Ma conviensi toccar la carne nuda,
Quella che al sol scoperta non appare,
Chi vol che la persona gli occhi chiuda:
Nè si puote altramente adoperare,
Perchè toccando il collo, o testa, o mano,
Adoprarebbe sua virtute in vano.
Poi che fu al prato quel vecchio canuto,
E vide Brandimarte nella faccia,
Ch’era un cavallier grande e ben membruto,
Tirossi adietro quel vecchio tre braccia,
E già se pente de esser giù venuto,
Nè per gran tema sa quel che si faccia;
Pur prese ardire, e vanne alla donzella,
E pianamente gli alcia la gonella.
Nè si attentava de spirare il fiato,
Perchè non aggia il cavallier sentito.
Parea la dama avorio lavorato
In ogni membro, o bel marmo polito,
Quando scoperta d’intorno e da lato
Fu da quel vecchio, come aveti odito.
Lui se chinava piano a terra, e poscia
Con la radice li tocca una coscia.